Binario sette

Binario sette
Louise Doughty

Bollati Boringhieri, pubblicato nel 23 gennaio 2020
442 Pagine

Il binario sette è il binario più nuovo della stazione di Perersborough, ed è anche il punto più lontano da qualunque membro del personale. È proprio lì che un uomo si avvicina pericolosamente al binario mentre sta per passare un treno merci. In quel momento l'uomo si butta, e abbandona la propria vita suicidandosi sotto al treno.

A raccontarci la storia è Lisa, una ragazza che vive in stazione, una ragazza che osserva tutto senza, però, poter essere vista. Nessuno può vederla perché Lisa è già morta, proprio lì. Proprio sotto un treno.

Il suicidio dell'uomo al binario sette è l'evento che provoca in Lisa un turbinio di ricordi dimenticati, ricordi che forse, potrebbero aiutarla a capire perché sia ancora bloccata lì, al binario sette.

"Binario sette" di Louise Doughty è uno di quei libri in grado di rimanere in testa al lettore anche una volta finito. Un noir che va oltre il genere, diventando così un libro universale, una storia in grado di scaturire emozioni differenti in ogni lettore in base al proprio vissuto.
Il narratore è Lisa, che in vita era un'insegnante di letteratura inglese in una scuola femminile, un lavoro che l'ha sempre appassionata. A mano a mano che ci si addentra nella storia, questa diventa sempre più intensa quasi da dimenticarsi che la protagonista sia morta. Il suo essere in un limbo, rinchiusa in quella stazione solo con l'anima, la porta a ripercorrere la sua storia partendo dall'incontro con un uomo. Matthew.
Un medico, un uomo responsabile, apprezzato da tutti, eppure è proprio lui che rappresenta tutto il dolore e tutta la frustrazione di Lisa, quando capisce di essere intrappolata in una relazione malata, ossessiva, e il limite tra il non essere capiti e il sentirsi fuori posto inizia ad essere davvero sottile.

La manipolazione mentale di Matthew nei confronti di Lisa è descritta così realisticamente che mentre leggevo alcune conversazioni e determinati atteggiamenti, ammetto che ho sentito calarmi addosso un'ansia e una preoccupazione come se fossi io la destinataria di quelle azioni.
Il suo comportamento l'ho percepito sulla mia pelle. Eccesso di empatia? Non credo, credo il merito vada alla capacità dell'autrice di descrivere situazioni romanzate ma vere, che risultano non solo frutto della fantasia.

Lisa e Matthew non sono gli unici protagonisti di questa storia. L'autrice rende formoso ogni personaggio principale, li rende reali, e l'intreccio delle loro storie ci fa capire come, anche senza volerlo, alcuni percorsi siano destinati a incontrarsi.
Un filo impercettibile lega le persone ad altre, costruendo così una ragnatela di fili invisibili. Questa ragnatela invisibile è la rete di relazioni che si creano nel mondo. Un mondo in cui, come ricorda la protagonista, non si è mai soli.
Per questo accanto all'amarezza della storia drammatica di Lisa, ritroviamo la speranza.

Una storia dolce e amara al contempo, raccontata con delicatezza ma anche fermezza. Davvero consigliato.

Binario sette
Louise Doughty

Bollati Boringhieri, pubblicato nel 23 gennaio 2020
442 Pagine

Il binario sette è il binario più nuovo della stazione di Perersborough, ed è anche il punto più lontano da qualunque membro del personale. È proprio lì che un uomo si avvicina pericolosamente al binario mentre sta per passare un treno merci. In quel momento l'uomo si butta, e abbandona la propria vita suicidandosi sotto al treno.

A raccontarci la storia è Lisa, una ragazza che vive in stazione, una ragazza che osserva tutto senza, però, poter essere vista. Nessuno può vederla perché Lisa è già morta, proprio lì. Proprio sotto un treno.

Il suicidio dell'uomo al binario sette è l'evento che provoca in Lisa un turbinio di ricordi dimenticati, ricordi che forse, potrebbero aiutarla a capire perché sia ancora bloccata lì, al binario sette.

"Binario sette" di Louise Doughty è uno di quei libri in grado di rimanere in testa al lettore anche una volta finito. Un noir che va oltre il genere, diventando così un libro universale, una storia in grado di scaturire emozioni differenti in ogni lettore in base al proprio vissuto.
Il narratore è Lisa, che in vita era un'insegnante di letteratura inglese in una scuola femminile, un lavoro che l'ha sempre appassionata. A mano a mano che ci si addentra nella storia, questa diventa sempre più intensa quasi da dimenticarsi che la protagonista sia morta. Il suo essere in un limbo, rinchiusa in quella stazione solo con l'anima, la porta a ripercorrere la sua storia partendo dall'incontro con un uomo. Matthew.
Un medico, un uomo responsabile, apprezzato da tutti, eppure è proprio lui che rappresenta tutto il dolore e tutta la frustrazione di Lisa, quando capisce di essere intrappolata in una relazione malata, ossessiva, e il limite tra il non essere capiti e il sentirsi fuori posto inizia ad essere davvero sottile.

La manipolazione mentale di Matthew nei confronti di Lisa è descritta così realisticamente che mentre leggevo alcune conversazioni e determinati atteggiamenti, ammetto che ho sentito calarmi addosso un'ansia e una preoccupazione come se fossi io la destinataria di quelle azioni.
Il suo comportamento l'ho percepito sulla mia pelle. Eccesso di empatia? Non credo, credo il merito vada alla capacità dell'autrice di descrivere situazioni romanzate ma vere, che risultano non solo frutto della fantasia.

Lisa e Matthew non sono gli unici protagonisti di questa storia. L'autrice rende formoso ogni personaggio principale, li rende reali, e l'intreccio delle loro storie ci fa capire come, anche senza volerlo, alcuni percorsi siano destinati a incontrarsi.
Un filo impercettibile lega le persone ad altre, costruendo così una ragnatela di fili invisibili. Questa ragnatela invisibile è la rete di relazioni che si creano nel mondo. Un mondo in cui, come ricorda la protagonista, non si è mai soli.
Per questo accanto all'amarezza della storia drammatica di Lisa, ritroviamo la speranza.

Una storia dolce e amara al contempo, raccontata con delicatezza ma anche fermezza. Davvero consigliato.
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